martes, 6 de enero de 2009

Piccolo saggio sul Potere


Dopo aver visto l’eccellente film di P.Sorrentino sulla “straordinaria vita di Giulio Andreotti”, intitolato Il Divo, e dopo aver studiato con fervore che cosa fue la stretegia della tensione, la Loggia massonica Propaganda Due e il sistema politico della Prima Repubblica, mettendolo in confronto con quello che si sta svolgendo lenta ma fermamente in questa Seconda Repubblica, ho, credo, capito qualcosa su che cosa sia veramente il potere. Quel concetto astratto e profondo legittimato e apparso dagli istinti della natura, sia quella umana o quella animale.

Disse quello stratega francese chiamato Talleyrand, che sopravvisse la Rivoluzione Francese, il periodo napoleonico e il Congresso di Vienna del 1814 che “il potere logora chi non ce l’ha”; frase raccolta tra l’altro in una scena della terza parte de Il Padrino di F.Ford Coppola e ne Il Divo, commentata appunto da Andreotti. Ebbene sí, quella frase è proprio vera, proprio manifesta nella politica di ogni giorno. Infatti, come commentai ad alcuni cari amici in un bar del centrocittà di Barcellona, il potere è quella manifestazione incolore, invisibile, che si riceve. Il potere non si prende come una cosa, ma te lo danno: la democrazia è il miglior esempio. Elezioni per dare una grande serie di capacità e possibilità di movimento politico ad un gruppo di persone o ad un solo individuo. Gli americani del 1787 capirono subito che questa fonte di ubriachezza tremenda doveva essere contrapposta con qualcosa di astratto basato sulla morale e sulla etica, quindi sacque l’istituzionalizzazione della giustizia, il potere che vigila il potere. Il filosofo M.Weber capí che il potere veniva, non andavi tu a prenderlo: o ce l’hai perchè la Storia, cioè la Tradizione, te lo da (esempio: monarchia); o perchè possiedi un dono speciale riconosciuto dal popolo, cioè il carisma (esempi: autoritarismi o democrazie); o perchè i cittadini te lo danno dopo un rituale organizzato in forma ad elezioni segrete e libere (esempio: democrazia). Comunque sia, il potere è un permesso ricevuto, un permesso di enormi proporzioni che logora chi non ce l’ha, perchè si ossessiona con prenderlo quando sa che non può averlo, però logora anche chi l’ha avuto.
La nostra politica, infatti, ha visto come il potere distrugge quelli che non sanno mantenerlo, perchè una volta ricevuto si aprono tante vie, possibilità e movimenti che impazziscono chi lo esecuta. Il potere è quella cosa eterea, quell’aura o energia, che per grazia propria e/o per grazia della fortuna, uno riceve e poi deve mantenere. Mantenere il potere è durissimo: bisogna esser coscenti che il potere significa responsabilità, quella responsabilità sorta da miliardi di altre responsabilità prestate a chi è stato scelto per avere il potere. Pensate a Gollum: il potere lo attrae ma non ce la fa a tenerlo, quindi impazzisce; Frodo, invece, preferisce usarlo per portar la pace alla sua terra, ma prima deve sopravvivere al potere, distruggendolo in fine.

E adesso pensate a questo personaggio: J.M.Aznar. Fu premier della Spagna dal 1996 al 2004, ma quando il potere che manteneva era piuttosto vigilato dagli altri attori della politica attiva (vedesi i “nazionalisti” catalani e vaschi), potè comportarsi con piú responsabilità; avendo ricevuto nel 2000 una copisqua maggioranza assoluta, e non trovando rivalità forte dai socialisti (ancora in reorganizzazione caotica interna), il potere lo usó a suo agio, senza quasi frontiere né limitazioni morali, andando in una guerra che l’80% circa della propria popolazione non desiderava, avendo poi seri problemi protocolari col Capo dello Stato spagnolo –e sovrano–, tali come dandogli del tu quando solo il re, in Spagna, anche se non è corretto, può farlo (altro segno di potere), o organizzando un matrimonio di Stato quando solo la Casa Reale possiede il permesso (“tradizionale”, appunto).

Chi non sa mantenere il potere allungo, non capisce cosa sia, anzi non intuisce neppure che cosa abbia ricevuto, e quindi quella cosa invisibile entra dentro di te e corrompe la tua anima, lasciando solo reputazioni di purgatorio. Infine, il potere è quell’enorme permesso a sopravvivere, ma anche a far sopravvivere quelli che te lo danno; il potere ti fa mezzo-schiavo, non mezzo-libero.

1 comentario:

Silvio Falcón dijo...

Víctor! Es muy grande citar a Gollum, Aznar, Weber y al rey de España en un mismo texto! jajaja. Viva el traductor google! jajaj.

Tu reflexión sobre el poder es curiosa, solo aportaré una frase (no mía, pero no recuerdo el autor) sobre el poder:

"El poder corrompe, pero el poder absoluto corrompe absolutamente" , de lo que se deduce que todos los que tengan poder aspirarán a tenerlo de manera absoluta.

Unha aperta,